Il libro ricorda le esecuzioni ed i crimini compiuti da partigiani e altri soggetti dopo il 25 aprile 1945, a Liberazione ormai compiuta, contro fascisti e presunti tali o antifascisti non comunisti.
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La tesi centrale del libro è che tra i giustiziati e le vittime vi furono persone responsabili di crimini sia militari che civili, ma anche persone che, pur legate al fascismo, non avevano compiuto direttamente atti criminosi. Secondo tale tesi, tra le esecuzioni sommarie di quei giorni vi sarebbero stati anche diversi omicidi di partigiani non comunisti e di giornalisti uccisi in quanto avevano denunciato le vessazioni e le violenze operate nel cosiddetto "triangolo della morte". Le tesi di Pansa, presentate nel saggio hanno sollevato notevoli critiche da parte della sinistra italiana, e particolarmente dall'ANPI. Oltre alle tesi, è stato messo in discussione il metodo seguito dall'autore nella stesura del libro (assenza di citazioni e riscontri)