Negli ultimi decenni le scienze biologiche hanno ricostruito i tratti evolutivi che ci legano agli altri animali (dai pesci ai primati) sul piano morfologico e genetico.
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Safina ci immette in tre paesaggi esemplari: una riserva africana, dove elefanti dalle variegate «personalità» si aggregano in una spiccata socialità (non a caso i Masai li considerano dotati di un'«anima» come gli umani); il parco di Yellowstone, dove i lupi reintrodotti da poco, si muovono fra strategie di predazione e gerarchie sociali incredibili (le femmine, ad esempio, decidono se restare/partire); e le acque del Pacifico in cui cetacei di diverse specie esercitano la loro visione «acustica» e interagiscono con il Sapiens in modi inaspettati e toccanti. Conosciamo in un ventaglio di intelligenze, «coscienze» e «visioni del mondo» di altri animali (a cui ci uniscono molti «correlati neurali» a partire dal cervello «antico» e dalla sua tastiera emotiva) che sono familiari e aliene, contigue e alternative. Al punto da mettere in dubbio la tesi secondo la quale l'uomo sarebbe la misura di tutte le cose.