Sono passati 10 anni dal grande successo di Amici miei e, nel 1985, De Laurentiis decide di provare ancora una volta a riunire il gruppo di scatenati amici, che se prima erano dei maturi signori rimasti un po bambini, ora sono degli arzilli vecchietti in cerca di qualche altro momento di divertimento e vitalita'.
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Monicelli questa volta lascia il testimone della regia al collaudato Nanni Loy, ma non e' la regia il punto debole di questultimo episodio della serie. Avevamo lasciato il gruppo di amici allo stadio a vedere correre il conte Mascetti (Tognazzi) in carrozzella alla gara atletica per handicappati. Amici miei atto III riparte proprio dallospizio di lusso in cui il Mascetti, a spese degli amici, e' rinchiuso, e quasi tutto il film, con qualche piccola e eccezione e' ambientato li'. Manca del tutto, e si sente, il personaggio del Perozzi, cui Philippe Noiret aveva dato una carica di simpatia e una personalita' che spiccava dal gruppo (assieme a Tognazzi, ovviamente). Ecco che i quattro amici superstiti devono inventarsi qualcosa per sopravvivere alla noia, anche perche' sono tutti ormai in pensione e davvero non sanno piu' come trascorrere il tempo. Ma gli scherzi non hanno piu' la corrosivita' e il dinamismo umoristico di un tempo ed un alone di tristezza incombe su tutto lepisodio. Vedere questi invecchiati protagonisti cercare di rivitalizzare un ospizio non puo' piu' divertire il pubblico, sempre piu' giovanile, del cinema degli anni 80 e percio' gli episodi clou della storia, il duello, lo scherzo sul ringiovanimento ai danni del povero Bernard Blier, o lingorgo creato nel traffico cittadino, non riescono piu' a strappare neanche un amaro sorriso. Quasi parodia di loro stessi, i quattro protagonisti sono abbandonati da una sceneggiatura essa si' davvero vecchia ed imbolsita, che impedisce ai pur bravi interpreti ogni guizzo o invenzione possibile.