"Ho fatto un sogno" dice Yeong-hye, e da quel sogno di sangue e boschi scuri nasce il suo rifiuto radicale di mangiare, cucinare e servire carne che la famiglia accoglie prima con costernazione e poi con fastidio e rabbia crescenti.
[...]
È il primo stadio di un distacco in tre atti, un percorso di trascendenza distruttiva che infetta anche coloro che sono vicini alla protagonista, e dalle convenzioni si allarga al desiderio per l'ideale di estatica dissoluzione nell'indifferenza. La scrittura cristallina di Han Kang esplora la conturbante bellezza delle forme di rinuncia estreme, accompagnandoci fra i crepacci che si aprono quando si inceppa il principio di realtà.